La decisione della Asl di Brindisi di rimodulare la rete territoriale di emergenza urgenza del 118 la riteniamo insostenibile oltre che pericolosa per i cittadini. Insostenibile in quanto il problema legato all’organico è un dato consolidato nel tempo senza ci sia mai stata un’attenta programmazione al fine di scongiurare disservizi. Non cadremo, quindi, nell’errore di derubricare quanto sta avvenendo a cause di forza maggiore invece di una malagestione della sanità regionale e territoriale. A certificare quanto andiamo da tempo denunciando il fatto che disagi e disservizi si registrano oltre che per la carenza di organico anche a causa di interventi strutturali non programmati per tempo nonostante due anni di blocco dovuto alla pandemia. Una situazione dicevamo pericolosa perché in gioco vi è la vita e la salute dei cittadini dinanzi le quali a nulla sembrano valere i numeri come nel caso del punto di primo intervento di Cisternino per il quale è prevista la chiusura dal 1 Giugno nonostante la Valle D’Itria nel periodo estivo si popoli di decine di migliaia di turisti. Intanto dopo l’eliminazione della figura del medico presso il presidio 118 di San Vito dei Normanni i punti rimasti attivi risultano essere Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne e San Pietro V.co ma solo di notte e nei festivi. Una situazione che non può che gravare ulteriormente sul pronto soccorso dell’Ospedale Perrino di Brindisi già fortemente congestionato per carenze di personale e strutturali determinando situazioni al limite della sostenibilità. C’è bisogno oggi più che mai di una sanità di prossimità più volte evocata e mai realizzata ma soprattutto di una classe dirigente competente, sia in ambito tecnico che politico, che sappia dare risposte ai bisogni dei cittadini.

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