Quando pensiamo alla parola “additivo alimentare” ci viene in mente una sostanza chimica, magari pericolosa, ma questo è un mito da sfatare. Anche sostanze di uso quotidiano come il sale, lo zucchero, il limone e l’aceto sono additivi usati sin dall’antichità, ad esempio, come conservanti e antiossidanti.

Con l’evoluzione della società sono subentrate nuove sostanze, di origine anche chimica, che hanno una migliore prestazione e si adattano alle esigenze dei consumatori.

Gli additivi alimentari (gestiti dal Reg. UE 1333/2008) si possono definire come sostanze deliberatamente aggiunte ai prodotti alimentari per svolgere determinate funzioni tecnologiche:

  • Coloranti (curcumina, caroteni)
  • Conservanti (nitriti e solfiti)
  • Addensanti, stabilizzanti, emulsionanti (lecitina E322)
  • Antiagglomeranti (carbonati, cloruri)
  • Antiossidanti e Correttori di acidità (E300, acido lattico, acido citrico)
  • Esaltatori di sapidità (glutammato monosodico)

Nell’Unione europea tutti gli additivi alimentari devono sempre essere indicati tra gli ingredienti degli alimenti dove sono presenti. Le etichette dei prodotti devono riportare la funzione dell’additivo nell’alimento (ad esempio: colorante, conservante). Inoltre, deve essere specificata la sostanza o con il suo nome scientifico (glutammato monosodico) oppure nella modalità E+ codice numerico.

Queste sostanze prima di poter essere utilizzate come additivi vengono studiate e documentate sotto il profilo tossicologico dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare); inoltre un additivo può essere autorizzato soltanto se soddisfa i seguenti requisiti:

  • Sulla base dei dati scientifici disponibili, il tipo d’impiego proposto non pone problemi di sicurezza per la salute dei consumatori
  • Il suo impiego può essere ragionevolmente considerato una necessità tecnica cha non può essere soddisfatta con altri mezzi
  • Il suo impiego non induce in errore e comporta vantaggi per il consumatore.
  • Deve rispettare i requisiti di purezza chimica

Per alcuni di essi è fissata una dose accettabile giornaliera, che rappresenta la quantità di additivo che può essere ingerita giornalmente, attraverso la dieta nell’arco di vita, senza che compaiano effetti indesiderati.

In conclusione, è inutile considerare gli additivi alimentari come sostanze da debellare, perchè pericolose per la nostra salute. Piuttosto risulta utile limitare il consumo di alcuni di questi, come i nitriti, per i quali è stato dimostrato che quantità eccessive sono potenzialmente cancerogene.

Inoltre molte industrie alimentari stanno andando incontro alle esigenze dei consumatori favorendo l’impiego di additivi di origine naturale.

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