L’informazione recuperata dall’associazione Copagri Puglia, recuperata dal sito indipendente Greenme.
L’indagine si è svolta analizzando prima alcuni aspetti importanti in un olio EVO; quali:
- Acidità: che per legge deve essere inferiore allo 0,8%. L’olio è di qualità eccellente se questo parametro va dallo 0,1% allo 0,3%.
- Perossidi: che indicano il livello di ossidazione del prodotto ovvero il suo invecchiamento e la tendenza a irrancidire
- Spettrofotometria Uv: che consente di stabilire lo stato di invecchiamento dell’olio
- Polifenoli: sostanze antiossidanti presenti nell’olio
e, successivamente, con la prova organolettica del panel test – obbligatoria per legge per classificare un oli; che è stata commissionata dalla rivista alla struttura accreditata dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli di Roma.
Ben 11 lotti dei 20 analizzati (tutte miscele di olio Ue e NON Ue) sono risultati vergini; anziché EVO come riportato in etichetta. Di seguito sono elencati i marchi interessati:
- CARREFOUR EXTRA CUCINA DELICATA
- COOP CLASSICO
- PIETRO CORICELLI QUALITÀ TRACCIATA
- BERTOLLI GENTILE
- CIRIO CUCINA DELICATA
- CONAD CLASSICO
- DANTE TERRE ANTICHE
- ESSELUNGA CLASSICO
- PRIMADONNA LIDL
- FRANTOIO LA ROCCA DELICATO EUROSPIN
- FRA’ ULIVO MD
Sicuramente, questi prodotti non comportano rischi per la salute del consumatore, MA nuocciono al suo portafogli. Convinti di portare in tavola un vero extravergine, si corre il rischio di pagare di più per un olio di caratteristiche e qualità inferiori. L’incognita di acquistare un olio “diverso” da quello promesso per un semplice acquirente è purtroppo ancora oggi più che reale: questo nuovo test conferma i risultati del passato, e cioè che in media in un caso su due chi si rivolge a uno scaffale dei supermercati rischia di acquistare quello che non voleva. Pagandolo però un 20-30% di più.
Noi di Adoc appoggiamo e incoraggiamo queste battaglie per informare e tutelare i consumatori dalle frodi alimentari.
Notizia pubblicata dalla rivista il Salvagente
