Una sentenza del Giudice di Palermo richiama Poste Italiane ad essere trasparente.

Una sentenza del Giudice di Pace di Palermo, risalente allo scorso settembre, vede protagonista Poste Italiane S.p.a. e un consumatore il quale aveva acquistato tre buoni fruttiferi, della serie 18Q e 18H, tra il 2006 e il 2007. A tal proposito, la legge stabilisce che i buoni fruttiferi postali cadano in prescrizione dopo 10 anni dalla scadenza del titolo stesso; ovvero, oltre tale data, Poste Italiane non è tenuta più a pagare il capitale.

Difatti, Poste Italiane, ha contestato al cliente la mancata riscossione pari al valore dei buoni fruttiferi entro la data di scadenza degli stessi, nel momento in cui il consumatore si è recato presso uno sportello postale chiedendo la riscossione dei buoni in questione.

La vicenda sembrava così conclusa, invece, si è riaperta; in quanto, a difesa dell’intestatario dei buoni, è stata dimostrata la poca trasparenza da parte di Poste Italiane nel fornire le informazioni necessarie; in particolare, al cliente, non era stato fornito il foglio informativo, da cui apprendere la durata del buono e il termine prescrizionale, assicurando così la validità dei buoni in questione.

<<L’ABF (Arbitrio Bancario e Finanziato) ha infatti affermato che “in assenza di tale foglio informativo il risparmiatore non ha la possibilità di conoscere la durata del BFP e quindi il momento in cui inizia a decorrere il periodo di prescrizione. I BFP oggetto della controversia indicano infatti soltanto il numero progressivo e la serie di emissione (18Q) senza offrire elementi per stabilire la data di scadenza e conseguentemente l’inizio del termine di prescrizione”>>

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